AIDC - Sezione di Milano

I perché del mio voto contrario al bilancio preventivo dell'ODCEC Milano

4 dicembre 2017 - lettera sull'approvazione del bilancio preventivo 2018
04/12/2017


Caro Associato,

come saprai, giovedì scorso si è svolta l’Assemblea dell’Ordine di Milano per l’approvazione del bilancio preventivo 2018.
Poiché ho espresso un voto contrario a tale approvazione, ritengo doveroso riassumerti i principali motivi del dissenso.
Consentimi solo una breve premessa che mi auguro ti aiuti a comprendere ancor meglio la decisione.
L’Ordine di Milano è da sempre riferimento importante per la nostra professione ed ha nel tempo svolto autorevolmente una funzione di guida e di indirizzo in snodi importanti per la categoria, così come ha sempre saputo esprimere professionalità di altissimo livello; per questo in apertura del mio intervento in assemblea mi sono complimentato per la notizia dell’assegnazione da parte del Comune di Milano dell’attestato di civica benemerenza all’Ordine di Milano. Un importante riconoscimento che ci gratifica come categoria; non conosco le motivazioni rese della commissione aggiudicatrice, ma certamente questo riconoscimento costituisce una grande soddisfazione per tutti i colleghi che negli anni si sono dedicati con passione all’Ordine contribuendo alla crescita del suo prestigio.
A tutti noi sta a cuore il futuro della professione e della nostra categoria, a questo siamo prioritariamente interessati; il nostro unico obiettivo è quello di lavorare e quindi di impegnarci per elevare la considerazione e il ruolo della nostra categoria professionale. Lo sottolineo perché, purtroppo, sempre più frequentemente, quasi quotidianamente, assistiamo a continui tentativi di svilirne i contenuti e il ruolo sul mercato e nella società; non ne facciamo una questione di appartenenza o di casacche, ma nemmeno siamo disponibili a fare sconti a nessuno: agli escapologi, a sedicenti consulenti senza né arte né parte, ai politici in cerca di consenso, agli azzeccagarbugli, agli “abusivi”.
E proprio da queste premesse vorrei partire per dire sin da subito che il voto non è stato dettato da una mera contrapposizione per partito preso, ma dalle considerazioni che seguono, oggetto di intervento in assemblea e rimaste senza riscontro.
I temi della digitalizzazione e delle specializzazioni sono oggi al centro del dibattito politico interno di categoria, non sfuggendo a nessuno che su queste partite si giocherà molto del nostro futuro.
Le poche e banali righe dedicate nella relazione al bilancio preventivo a queste tematiche cruciali non sono compatibili con il contributo politico e tecnico che ci si aspetta dall’Ordine di Milano.
Specie se tutto il tema della specializzazione si dovesse risolvere, come sembrava di capire dalla bozza di emendamento, in una semplice iscrizione in un sotto elenco dell’albo o in un asterisco di fianco al nome da apporre sulla base degli anni di esperienza maturati.
Ci sembra sinceramente una risposta del tutto inadeguata alla legittima preoccupazione di molti colleghi per il futuro. E per questo ci aspetteremmo dall’Ordine di Milano una posizione più articolata a riguardo, posizione che non ci pare sia emersa nemmeno a valle del “Forum delle professioni”.
Né ci è parsa convincente l’idea che, quale risposta alla “minaccia di erosione di quote di mercato” da parte delle professioni non ordinistiche, si è ritenuto di avviare un dialogo con UNI (Ente di normazione italiano) con addirittura, abbiamo appreso in assemblea, l’imminente ingresso dell’Ordine di Milano tra gli associati UNI. A nostro avviso è una scelta sbagliata che al contrario finirà per accreditare il mondo delle associazioni non ordinistiche a nostro discapito.
Sempre nel preventivo, si fa poi cenno al decremento, nel 2017, del “Fondo attività istituzionali” per 100 mila euro impiegati per la costituzione di una nuova Fondazione. Tema sul quale ci riserviamo un giudizio compiuto in occasione del bilancio consuntivo.   
Altro tema sollevato è stato quello di voler ascoltare una parola chiara su come il Consiglio e la Presidenza dell’Ordine intendano rapportarsi nei confronti delle associazioni di categoria; come e se intendano considerare le istanze e le sollecitazioni che dalle associazioni, come la nostra, pervengono rispetto ai temi di interesse generale. Anche perché, se posso dirlo con franchezza, i segnali che abbiamo potuto cogliere sin qui non sono sembrati affatto incoraggianti. Cito per tutti l’esempio del progetto Ti spiego le tasse – I Commercialisti nelle scuole, una iniziativa di altissimo valore educativo e civico ed indirizzata ai bambini delle scuole elementari, che credo rappresenti un fiore all’occhiello per la nostra categoria. Ebbene, nelle scorse settimane, l’Ordine, con cui avevamo condiviso e portato avanti ormai da tre anni il progetto – che grazie all’impegno di molti colleghi è divenuto un format replicato con successo in tutta Italia - ha deciso di non voler proseguire con noi in tale iniziativa.
Ci è davvero molto dispiaciuto prendere atto della decisione dell’Ordine senza averne nemmeno inteso la motivazione, non fornita neanche in sede di replica assembleare dal Presidente. Ritengo che l’iniziativa, al di là di ogni possibile considerazione politica, meritasse di proseguire insieme. Tanto che, come sai, non abbiamo avuto alcun dubbio nel proporla anche quest’anno nelle scuole, ancorché da soli.
Ultimo tema, non certo per importanza, perché anzi si tratta di una iniziativa che più di ogni altra segna una differenza di vedute tra AIDC e Ordine, quello dello “sportello legale”, che è stato presentato nelle scorse settimane ed evidenziato nel preventivo con grande enfasi.
Su questo vorrei essere del tutto chiaro: gli sportelli di assistenza e tutoraggio ai colleghi su temi specifici sono una cosa sempre e comunque positiva, perché sono di aiuto su tematiche particolari. Ne abbiamo molti anche in AIDC e di indiscutibile successo di utenza.
Su questo sportello legale la vediamo però diversamente, e spiego brevemente perché.
Nella brochure illustrativa che abbiamo tutti ricevuto per posta si sostiene che con lo “sportello” ci viene offerto un primo orientamento legale in materie che “tipicamente esulano dalla professione di commercialista”.
Ma non è affatto così. Tra le competenze dei legali presentati nella brochure vengono infatti citate materie sulle quali, invece, alla nostra professione è riconosciuta dalla legge una competenza specifica e sono anche oggetto dell’Esame di Stato: diritto commerciale, diritto fallimentare, fusioni e acquisizioni, proprietà intellettuale, redazione di patti parasociali e così via.
Non si tratta assolutamente di non apprezzare il contributo ed il valore del confronto con professioni e sensibilità diverse dalle nostre su temi anche comuni –  come mi è stato fatto notare da un collega intervenuto dopo di me in assemblea – ma del fatto che affermare che queste materie esulano dalla nostra professione va proprio nella direzione opposta a quella di valorizzare ed esaltare le competenze della nostra professione.
Né mi è chiaro con quali criteri e attraverso quali procedure proprie di un ente pubblico siano stati scelti i legali poi indicati e fotografati nella brochure inviata per posta a tutti gli iscritti; di ben altra portata sarebbe stata una iniziativa congiunta, e magari reciproca, con l’Ordine degli avvocati.
Durante  l’intervento in assemblea ho anche formulato al Consiglio una proposta in favore dei colleghi più giovani che più di tutti subiscono questo momento critico della nostra categoria: leggendo il bilancio preventivo e preso atto della disponibilità finanziaria e della scelta di aumentare lo stanziamento dei fondi previsti per le attività istituzionali 2018 fino a complessivi 500 mila euro, ci era sembrato che potesse essere ragionevole pensare invece ad una riduzione della quota di iscrizione, almeno dei colleghi più giovani, e che questo potesse essere un contributo concreto per chi si avvia alla professione.
Anziché aumentare l’accantonamento ai fondi abbiamo quindi chiesto di abbattere del 50% già per il 2018 la quota per gli iscritti fino 35 anni atteso che, se ben interpretiamo le informazioni rilevabili dalla relazione del tesoriere, questo sarebbe costato circa 90 mila euro di minori entrate compensabili con il minore incremento dei fondi.  
Insomma considerazioni e proposte che riteniamo significative, che ovviamente si possono condividere o meno, ma preso atto che nella replica del Presidente esse non hanno trovato di fatto riscontro, ho ritenuto di dover manifestare un dissenso così come è giusto che accada in un qualunque confronto democratico.

Nel ringraziarti per l’attenzione ti invio i più cordiali saluti.

Il Presidente
Edoardo Ginevra