AIDC - Associazione Italiana Dottori Commercialisti
Comunicato Stampa AIDC - 7 gennaio 2021
Dubbi sul nuovo ruolo di consigliere in materia tributaria dell’Agenzia delle Entrate
07/01/2021
Commercialisti, AIDC: “Dubbi sul nuovo ruolo di consigliere in materia tributaria dell’Agenzia delle Entrate”
Il legislatore vuole abdicare la funzione di politica economica e fiscale, affidando all’Agenzia delle Entrate il ruolo di legiferare in materia tributaria? Questa è la domanda preoccupata che si pone l’Associazione Italiana Dottori Commercialisti (AIDC) dopo aver letto le parole del direttore Ernesto Maria Ruffini. L’Agenzia delle Entrate annuncia la nascita della Direzione centrale coordinamento normativo, che risponderà direttamente a Ruffini e rivestirà un ruolo strategico e primario nella stesura delle norme e dei provvedimenti attuativi. La funzione attribuita alla neocostituita direzione centrale non costituisce una novità in assoluto, perché similari attribuzioni erano già demandate alla soppressa Direzione centrale coordinamento generale e, in particolare, all’Ufficio Coordinamento e monitoraggio normativo, che si è, nel tempo, occupato dell’assegnazione, coordinamento e valutazione di proposte normative ed emendative di interesse dell’Agenzia, trasmesse dagli uffici legislativi o pervenute dalle Associazioni di categoria, nonché della supervisione dell’attività di predisposizione delle circolari esplicative di norme tributarie.
L’Agenzia chiarisce che la Direzione centrale assicurerà «…in primo luogo, il coordinamento delle proposte normative elaborate all’interno dell'Agenzia, da sottoporre all’attenzione delle competenti strutture del ministero dell'economia e delle finanze per un’eventuale presentazione in Parlamento. Per garantire un più efficace raccordo con l’autorità politica, si prevede che tutte le proposte normative dell’Agenzia debbano essere veicolate agli organi competenti per il tramite della direzione centrale». Sin qui, parrebbe configurarsi una mera (ri)assegnazione di una funzione in vero preesistente.
A colpire, però, dichiara Andrea Ferrari, Presidente AIDC, è l’ulteriore precisazione dell’Amministrazione finanziaria, che acclara il ruolo della Direzione centrale in ordine a pareri da rendersi sulle bozze sugli emendamenti trasmessi dagli Uffici legislativi. “Infatti, se in linea di principio non sorprende più che l’Agenzia possa essere parte attiva nella proposizione di leggi ed emendamenti, lascia davvero esterrefatti la funzione consultiva inversa (se non addirittura di assistenza normativa) che ora il legislatore vorrebbe attribuirle con crescente significatività, probabilmente in ragione del sempre più affievolito tasso tecnico della politica”.
Un “sospetto” che diventa, dunque, realtà, per espressa ammissione della parte pubblica. Una parte che, però, come già da tempo evidenziato anche da AIDC, così finirebbe per assumere una posizione di assoluta supremazia, che mal si concilia con l’essere “parte” e che contrasta finanche con i principi del buon senso, prima ancora che della logica giuridica e della sintassi normativa.
Quel che più preoccupa è che la materia tributaria sia ridotta a strumento esattivo di una macchina dello Stato sempre più complessa e costosa, dimenticando completamente la funzione di indirizzo e programmazione economica che l’impianto fiscale deve assolvere. Ponendo l’attenzione solo sul gettito si finisce inevitabilmente per trascurare (se non ignorare) gli effetti negativi che si producono sul tessuto economico e sulla capacità attrattiva dell’intero paese.